I granata sono a secco di vittorie lontano dal “Grande Torino” dalla sfida contro l’Udinese. I biancocelesti in casa si sono arresi solo al Napoli
Il rendimento del Torino di Sinisa Mihajlovic non si discosta di molto confrontando le sfide in casa e quelle in trasferta. Almeno guardando ai numeri. 1,25 punti in media conquistati lontani dal Piemonte, 1,43 tra le mura amiche. Non è più un fortino il “Grande Torino”, e Mihajlovic lo ha riconosciuto in conferenza stampa nelle scorse settimane. Ma anche fuori le cose non vanno meglio: la vittoria manca, infatti, da quel 3-2 sull’Udinese, il 20 settembre scorso, già teatro dell’ultima gioia di Belotti e Ljajic in campionato. Da lì in poi, il Toro ha conquistato due sconfitte (Juventus e Fiorentina) e tre pareggi (Crotone, Inter e Milan), subendo dieci gol e siglandone solo tre. Di fronte ci sarà una squadra, quella di Simone Inzaghi, che in casa ha perso solamente in un’occasione – senza considerare il derby con la Roma, quando i padroni di casa erano i giallorossi – guarda caso proprio il 20 settembre, nella gara contro il Napoli (4-1 per i partenopei, il finale).
Ma, all’Olimpico, Immobile e compagni hanno anche conquistato gli unici due pareggi del campionato, contro Spal e Fiorentina. Analizzando i gol segnati dalle due squadre, si evince come sia i granata, sia i biancocelesti abbiano un buon feeling con le marcature nel primo tempo: la Lazio è seconda solo alla Juventus nella classifica delle reti siglate nei primi 45’ (16, sulle 35 totali), mentre il Torino è la compagine che in percentuale ne ha segnate di più in A, 11 su 19 (58%). Ma contro la Lazio, più che ai numeri, bisognerà guardare all’orgoglio: Miha e i suoi hanno bisogno di una prova convincente per non rischiare di trovarsi invischiati nelle sabbie mobili dell’anonimato. Una prova come quella offerta a San Siro contro l’Inter, forse la migliore uscita di questi mesi oscuri.
